sabato 31 dicembre 2011

Cosa vi auguro? POCO.... POCHISSIMO

Io non so fare gli auguri. Dico sul serio, non mi piace. Mi infastidisco quasi perché questo mi ricorda che mi sono "addormentata", che ho smesso di riconoscere la meravigliosa opportunità di crescita, cambiamento, celebrazione della vita in tutte le sue sfumature (e chi più ne ha... è giusto che ne metta) in OGNI giorno.
Premetto.... mi "addormento" spesso, è chiaro... però nei rari momenti di "veglia" (mettiamola così che mi sembra più onesto) mi spazientisco quasi all'idea di aver "dormito" un bel pò e di aver perso occasioni vitali per festeggiare, gioire, ringraziare, baciare, abbracciare, uscire con un amico, leggere a voce alta una poesia che mi emoziona  in un caffè affollato di sconosciuti, dire a quella persona che mi sta a cuore quanto io sia felice di "saperla" tutte le volte che mi sfarfalla la pancia solo il pensarla, stropicciare di baci mia figlia che cresce sotto gli occhi (ma anche le orecchie: non sta zitta un attimo) e ringraziarla per tutte le scoperte che con lei e grazie a lei sto facendo nella mia vita. Per farla breve... perché non un capodanno continuo? Perché non VIVERE con gratitudine ciò che c'è stato dato (e che siamo riusciti anche a conquistarci, sia ben chiaro). Se un augurio riesco a fare, è che si cominci a VIVERE, scegliendosi la vita (sia ben chiaro, anche il non scegliere è una scelta... non abbiamo vie di fuga) e quindi ringraziandola, amandola, dandola molto meno per scontato. Come? dal piccolo, dall'impercettibile, dal quotidiano (ovviochessi). Essendo presenti a noi stessi, il più possibile. Come cerco di fare io, adesso, mentre me ne sto al calduccio nel letto e sento il profumo di mia figlia che mi dorme (e russicchia) accanto. Mi volto e la vedo rannicchiata nel suo pigiama viola e mi ricordo di quando l'ha ricevuto in dono e da lì passo in rassegna tutte le volte che ci siamo addormentate insieme (spesso battibeccando perché quel gomito le dava fastidio e io detesto quando mi infila i piedini gelidi tra le cosce).  Capisco che "è tutto qui" (ma vi par poco?) che ho vissuto molti capodanni nella mia vita e che raramente hanno coinciso con il 31 dicembre. Quindi, si... se proprio proprio siamo in odore di auguri oggi, ve li faccio così, con un pizzico di follia. Amatevi tanto, riconoscete in voi la vostra unicità (perché solo così riuscirete a riconoscere, apprezzare e valorizzare quella altrui). Trascorrete poco tempo alla tivvù e accendetevi più spesso la stufa, un caminetto o una candela se proprio proprio ne siete sforniti. Cucinatevi qualcosa di buono, scegliete con cura gli ingredienti che avranno il privilegio di nutrirvi. Fate poco, con moderazione per non affaticarvi, ma fatelo intensamente... metteteci tutto l'amore di cui siete capaci e poi? baciatevi, abbracciatevi, sorridetevi, consegnatevi indifesi al vostro sentire che non può tradirvi se è sincero e animato da buoni propositi.
A chi vi ha offeso guardate con compassione (nel senso nobile e desueto del termine): aveva solo quei mezzi per "difendersi" dalle sue paure. Fate spazio, buttate via un sacco di sentimenti che non servono come il rancore, l'invidia e la rabbia... solo se lasciate andare veramente qualcosa, dentro di voi si crea lo spazio per altro. Viviamo tutta la vita accumulando, tenendo, mettendo da parte... ma se ci pensate, abbiamo bisogno di poco, pochissimo per essere felici. 
Ecco, ho capito: è questo che vi auguro oggi... poco, pochissimo e che vi renda felici.

venerdì 30 dicembre 2011

Ebbene si: anche la "stropicciata" viaggia!

Si, si.... rassegnatevi, è così. Anche la stropicciata va in vacanza! Oddio, che brutta parola, la detesto proprio quando la usano gli altri, figuriamoci quando è attribuita a me! Allora riformulo: anche io viaggio (e non solo con la mente, il cuore, la fantasia... anche con il freccia rossa!)

Fortuna vuole (e non me ne vogliano, lo dico col cuore, gli amici che non sono riuscita ancora a visitare) che grazie a quello strano lavoro - ma per carità, solo a scriverne così mi vien la pelle d'oca: come lo spiego io quell'intreccio di emozioni, visioni, speranze, desiderio di condivisione che anima il mio "stare al Cernia"? Vabè, in attesa che un neologismo mi venga in soccorso, per intenderci lo chiamerò così ma sappiate che rabbrividisco di disagio - insomma, dicevo grazie a quello strano lavoro che svolgo in quell'atrettanto "strano luogo" che voi tutti sapete, ho la fortuna di incontrare veramente molte persone e di intrattenere con una buona parte di esse scambi "di una certa intensità". 

Per farla breve: di inviti nelle case di mezza Europa ne ricevo molti ma alla fine sono più pigra (e riservata) di quanto, ahimè, queste righe scomposte facciano presupporre... per cui finisce che gli inverni volano in un lampo e che io non abbia mai avuto modo di godere della generosa ospitalità dei miei amici cerniofili. Mentalmente pigra per natura (probabilmente perché, a trascorrere quasi tutto l'anno a organizzare viaggi e/o permanenze altrui, alla fine mi rimane poco "slancio" per me stessa) fatico a ritagliarmi spazi "francesca dedicati" ma quest'anno, forte di una serie infinita e initerrotta di piccole (grandi, grandissime per me, sia ben chiaro) scoperte e conquiste, mi sono decisa: vado a trovare Claudia a Torino.
 
"Dagli ampi corsi alberati che ritagliano rettilinei 
la città, voluti dai Savoia sul modello dei boulevard
parigini per il timore di eventuali rivoluzioni e 
relative barricate, si ammirano il verde 
della collina e le cime innevate
delle Alpi. Nelle piazze e nelle vie del centro, invece,
trionfano il Barocco, il Liberty e il Neoclassico. 
Sublimi le follie dell'Antonelli.(...) 
Dopo i recenti interventi di restauro 
che hanno restituito al centro storico i suoi 
colori originari, già mortificati qui come 
altrove dall'incuria e dallo smog, la città sta recuperando
le tinte solari amate da Nietszsche, e da questi 
cantate nella lettera all'amico Peter Gast "

Da "Torino è casa mia" di G. Culicchia





 Della sua città sapevo che era bella ma non l'avevo mai vista ed è stata la sorpresa, l'emozione, la meraviglia a travolgermi quando mi sono trovata di fronte al fascino maestoso delle sue piazze, all'atmosfera sottilmente nostalgica che avvolge i vecchi caffé (ho avuto la fortuna di entrare nel bellissimo Bicerin, primo caffé ad aprire nel 1763 in città e a vantare tra i suoi prestigiosi avventori Cavour) e al respiro decisamente europeo di una città elegante ma allo stesso tempo sobria, composta, piena di dignità e garbo.  
Meravigliosa Signora torinese al Bicerin
Ad ogni angolo ho trovato motivo di stupore e gioia: dalle luci d'artista (installazioni luminose d'artista, appunto, che ogni anno sotto Natale ravvivano e impreziosiscono - anche di contenuti - la città... lontane, è il caso di dirlo, anni luce dalle banali luminare cittadine) 
 
ai meravigliosi ristorantini che profumano di brasato e spezie in cui ci si può fermare a mangiare accolti in piccoli e discreti salottini che ricordano il calore e la genuinità delle case che si aprono con generosità all'ospite, 


 passando per il circolo dei lettori, vero templio di ispirazione e poesia per una "affamata di idee e di emozioni" che cerca sempre un ingrediente nuovo per servire la propria ricetta d'amore.









La sorpresa indiscussa, al di là del monumentale e imperdibile Museo Egizio, l'hanno offerta due musei (che non a caso ho scoperto essere stati allestiti dalla medesima mente illuminata): quello dell'auto e quello del vino a Barolo. 
Carro del trionfo di Duerrer 1520

1913: una delle prime patenti femminili a Francesca Mancusio nata a Palermonel Novembre del 1893

Più che musei direi che si tratti anche in questo caso di esperienze (in alcuni momenti decisamente interattive) che mescolano ingredienti ad "alto tasso emotivo" quali ricordi, musica, poesia, storia del costume e delle tradizioni locali.
Il risultato finale  è che una bambina di 10 anni ne esce con il sorriso sulle labbra e gli occhi luminosi, per nulla "inbarbosita" dalla visita ma anzi arricchita, incentivata, ispirata, mentre sua madre ne esce piena di stimoli e di sano orgoglio per una nazione che nei secoli ha saputo distinguersi con le proprie eccellenze e che inspiegabilmente vive un periodo di "depressione" (culturale prima ancora d'altro, direi) e che altrettanto inspiegabilmente non valorizza il proprio patrimonio come meriterebbe.
 Dico questo (anche) perché mi sono sorpresa a scoprire che Torino non ha una pronunciata tradizione di accoglienza turistica (se si esclude quella congressuale) quando ha in sé tutti gli ingredienti per deliziare, ammaliare, divertire, incuriosire, far giocare e interessare una mamma e al contempo una bambina. Credo che questa "mancanza" la dica lunga in realtà sul lungo cammino che abbiamo ancora da fare per capire (e amare, valorizzare, promuovere e incentivare) i nostri talenti, le nostre meravigliose unicità, la ricchezza straordinaria che il nostro patrimonio culturale (inteso non solo in campo artistico) ha da offrire.
Se, come mi ha suggerito la visita odierna, è nel buio più profondo che che tutto comincia e che solo rare luci indicano la via... auspico davvero che si sia vicini al giorno in cui anche noi, come il vino, riusciremo ad offrirci, in tutto il nostro splendore ai degustatori del mondo.....


Ah, dimenticavo... va da sè che alla fine della giornata......................

mercoledì 28 dicembre 2011

Isole di speranza

Poco prima di Natale (l'ultimo giorno utile prima della consueta partenza in direzione dei lidi familiari), mi sono imbattuta in una meravigliosa isola di speranza, buona volontà, dedizione e coraggio.
Mentre camminavo inciampando sui miei pensieri, ho incontrato Francesca Groppelli (una mia omonima, come me "piovuta" sull'isola e irrimediabilmente innamorata dello scoglio). "Hai tempo?" mi ha detto mentre attaccava la locandina di SOStieni Campo.... Un attimo di pausa, un veloce "fare il punto della situazione" un ripercorrere mentale la mia agenda sempre fitta di impegni (possibilmente da sbrigare di corsa, per esser certi di aver dimenticato qualcosa e di dover correre ai ripari alla meglio) e... MAGIA! Ho realizzato che potevo concedermi il lusso di quattro chiacchiere ed un caffè con una cara amica che, come altre, trascuro e frequento di rado ma che sento molto affine e in sintonia con il mio percorso stropicciato. Di Francesca so che è una ex insegnante di storia dell'arte che da anni si adopera per creare sull'isola occasioni di scambio, confronto, crescita e approfondimento attraverso il multiforme canale comunicativo  che proprio l'arte (non intesa appunto come mera espressione pittorica) offre. Sapevo anche che alla Gran Guardia aveva organizzato una mostra alla quale hanno partecipato artisti elbani e non, con lo scopo di raccogliere fondi per la popolazione campese, di rcente colpita dall'alluvione. Fin qui quello che "sapevo".... Non potevo immaginare però cosa avrei "sentito".

In effetti  mi sono trovata improvvisamente in mezzo a un fiume di suggestioni, di sensibilità e di colori, tenuti insieme dall'attenta e appassionata guida di Francesca che con grande energia e attenzione per ogni forma d'arte, dedica tempo, esperianza e competenze ai progetti che di volta in volta il gruppo di Arte Elba, da lei fondato insieme a un piccolo numero di amici uniti dalla stessa passione,  decide di promuovere e sostenere. A colpirimi, non solo la generosità con la quale sono affluite nel piccolo ma suggestivo spazio espositivo della Gran Guardia le molte opere, ma anche la caparbia determinazione e l'accorato impegno con il quale Francesca da anni dedica il suo tempo e le sue energie a un progetto di crescita culturale dell'isola tutta che intende promuovere l'espressione artistica (potenzialmente assai diffusa specie nell'universo femminile della popolazione elbana ma che necessiterebbe di occasioni di approfondimento e di scambio maggiori).
Francesca vicino a un'opera che significativamente esprime la "rinascita" di Marina di Campo

Una simile occasione di confronto non poteva chiaramente lasciarmi indifferente... tant'è che mi sono proposta di "cantare delle storie" di questo percorso di crescita e scambio culturali che diventano per l'isola tutta, importanti opportunità di crescita  umana e culturale in un periodo, il nostro, in cui c'è fame di contenuti, sete di emozionie, bisogno di contatto e di relazione umana.







martedì 20 dicembre 2011

AAA Collaboratorio offresi



Nonostante le festività alle porte, le inevitabili corse dell'ultim'ora per incastrare nell'agenda ormai esausta di quest'anno gli ultimi impegni da onorare prima che il 2011 ci saluti... la mia mente non ha mai smesso di interagire con quel posto lì... si, insomma, avete capito... "l'innominato", croce e delizia dei giorni miei (l'albergo). Si perché, si sa, l'impegno annuale di rifare un paio di camere e di realizzarle incrociando la poesia del luogo con le mie personali inclinazioni e le suggestioni che mi arrivano potenti dalle letture che faccio... è notevole. Fortunatamente, si sa, viaggio leggera ma non sono sola. Ad affiancarmi, supportarmi (ma, diciamolo, anche sopportarmi!!) in questa grande avventura, oltre all'ormai rodato e affidabile Cristiano (la mente lucida, lo sguardo defilato ma presente nel gruppo) c'è un collaboratorio. Già nel nome sta il suo destino: quello cioè di incentivare la condivisione, lo scambio di idee, emozioni, intuizioni, pensieri. 
Alla base della nostra felice collaborazione (oltre che una buona dose di stima, affetto, amicizia, piacere di stare insieme, capacità di perdersi di notte nei boschi o di svuotare un barattolo di biscotti in un quarto d'ora, in mezzo a fiumi di parole, lacrime e risate a perdifiato) sta un'idea semplicissima: lavorare insieme mettendo a disposizione del gruppo competenze, professionalità, risorse umane, contatti, tempo, pizze e qualche pacchetto di fazzoletti (perché si sa, sono di lacrima facile io).

Significa che ognuno fa qualcosa e che tutti concorrono alla realizzazione finale di un'intuizione che nasce da poche, semplici suggestioni. L'idea che ho in mente da tempo e che grazie a Consuelo, Giovanni, Marco, Daniele (ma ho la sensazione che nel tempo il collaboratorio si arricchirà di altra bella umanità e che la lista dei nomi sia destinata ad aumentare) riesco a mettere felicemente i pratica, è di far si che in ogni camera dell'albergo si possano vivere alcune delle infinite emozioni che il viaggio su un'isola, o meglio su quest'isola, riescono a regalare.

 
Ecco che negli scorsi anni ci siamo dedicati ai legni morsi dal mare, ai nidi, al vento, alle foglie e ai pesci, rintracciando principalmente nella Natura (per me un elemento di assoluto valore che mi lega profondamente a quest'isola) la musa ispiratrice dei nostri progetti.

Con la felice esperienza condivisa dei primi due anni alle spalle, per il 2012 abbiamo progetti diversi e il desiderio di conoscere, approfondire, viaggiare insieme a voi. L'idea in effetti questa volta volta diventa ancora più ambiziosa e cerca il coinvolgimento vostro... di chi cioè vivrà in prima persona le camere e le atmosfere che andremo a ricreare al loro interno. La scoperta e il racconto sono secondo noi due ingredienti importanti nella dimensione del viaggio e per questo rappresenteranno i due temi che vorremmo approfondire nelle stanze che andremo a "poeticizzare". Come? Con il vostro aiuto, le vostre suggestioni, i pensieri, le immagini, i suoni, i ricordi, i sogni e quant'altro vi possano suggerire il tema della scoperta e del racconto. Aspetto le suggestioni, gli spunti e le riflessioni che vorrete condividere perché il nostro "collaboratorio" ha voglia di crescere con voi...

lunedì 12 dicembre 2011

Per Samuel Pietro hip hip hurrà

Dunque, dove eravamo rimasti? Ah si mi ricordo... eravamo QUI

C'eravamo tutti (o quasi) perché la stagione stava volgendo al termine e molti dei ragazzi che lavorano con noi erano partiti. Abbiamo fatto festa quel giorno e ci siamo dedicati una bella grigliata in giardino. Sole caldo, profumo di carne alla griglia, un genuino vino rosso a portare allegria alla tavola imbandita e poi loro... le "mie bimbe" (le signore ai piani) a strapparmi un sorrisetto con un'orchidea bellissima ma mai quanto il biglietto che la accompagnava

E' stata una giornata bellissima, l'occasione per celebrare e celebrarSi... per ringraziare e festeggiare l'essere insieme, il condividere una strada emozionante tutti insieme, tenendo sempre a mente che ogni cosa che si fa, la si realizza grazie al contributo prezioso di tutte le persone che lavorano insieme a noi. E poi? Ah si... quello che non amo.... il momento dei saluti. Vi ricordate Antonella? La ragazza che lavorava alla reception. Molti di voi neanche se ne sono accorti che era in dolce attesa perché è stata bravissima a nascondere il pancione per tutta l'estate ma devo dire che a fine stagione si presentava così :)
Beh ci siamo lasciate in quei giorni con molto affetto e una manciata di bei ricordi. La vita di Antonella chiaramente adesso è cambiata molto e tutte le sue energie sono rivolte alla cura di suo figlio, perciò l'avventura Cernia si è conclusa e ne è appena iniziata una ben più importante :) Si perché Antonella mi ha scritto due giorni fa: SAMUEL PIETRO è nato, sta bene e ha una gran voglia di crescere. Ho visto le prime immagini che preferisco non condividere per rispettare il diritto alla privacy del nuovo nato ma credetemi: è un gran bel bimbo a cui vanno tutti i nostri più affettuosi e sinceri AUGURI :)

sabato 3 dicembre 2011

La differenza la fanno sempre le persone

Eh vabbè, lo so... arrivo "esima" con le mie quattro riflessioni sconclusionate e stropicciate. Fuguriamoci, in questi due giorni la Stazione Leopolda di Firenze ha ospitato con BTO 2011, la crema, il meglio del meglio dei blogger a livello nazionale che hanno scritto e scriveranno dell'ennesima riuscita esperienza incentrata sulle potenzialità (ancora largamente inespresse in Italia) del turismo online.
Non ci sono dunque analisi o riflessioni che possano aggiungere contenuti a quelle già largamente espresse e presenti online che io possa fare in questa sede.... eppure ieri sono tornata a casa con il formicolio alle punta delle dita. Una sensazione in me tipica quando qualcosa mi colpisce, mi ispira, mi fa pensare e accende la mia voglia di condividerlo, di scriverne, di ragionarne ad alta voce.
A colpirmi quest'anno sono stati i contenuti "umanistici" presentati in BTO e il largo uso che si è fatto di concetti emotivi legati al cambiamento che tutto pervade in questi tempi "liquidi" e ci invita a cambiare prospettive, ridefinire posizioni, valutazioni e scopi del nostro agire, dando priorità agli aspetti etici del nostro vivere.
Finalmente, dopo lungo girovagare ai margini di una professione che mi è piombata addosso un pò per caso un pò per gioco e che nel tempo mi sono cucita addosso  come un abito di sartoria ( ma... sartoria casalinga, intendiamoci... un fai da te, insomma)  ho capito che questo è quello che voglio fare da grande. Voglio cioè continuare a pensare che un mondo migliore sia possibile e che noi tutti possiamo contribuire a crearlo... come? con il coinvolgimento, per esempio. Smettendola di pensare che l'Italia siano gli altri (Diegoli) o che di "turismo" (oh ma a me sta parola manco mi piace) possano parlare solo gli assessori. Dovremmo quindi iniziare ad "allenare il muscolo della creatività" (Iabichino),
essendo consapevoli che le persone che vengono a trovarci in albergo diventano esse stesse le protagoniste delle storie che ci racconteremo  e che l'ascolto di questi racconti   ci fa sperimentare un profondo cambiamento nella nostra percezione della realtà" (Sturm ma anche De Baggis e Gallizio)
e infine che "gli archetipi sono attivatori di emozioni in grado di farci compiere il viaggio" (Mirko Pallera). Quindi, per farla breve.... bando alle "ciance": cerchiamo di conoscere, amare, rispettare il territorio che proponiamo, condividiamo bellezza, benessere, prendiamoci cura delle persone che vengono a farci visita... a essere virali ci penseranno tutte  le nostre  emozioni. Vi pare poco? A me no.


Ah, dimenticavo! Caro Prof. Baggio, io dubbi non ne ho: voglio rimanere nel Paese delle Meraviglie...

venerdì 21 ottobre 2011

#elbafall2011 e lo strascico emotivo dell'Hotel Cernia

Un pò lo immaginavo ma di certo non poteva essermi chiaro fino in fondo.
Si, è vero... quel pizzicore sottile, quello sfarfallio di pancia tipico di tutte le occasioni che mi emozionano, avrebbero dovuto "mettermi in guardia" facendomi capire che si sraebbe trattato di qualcosa di veramente magico. Eppure se non ci si passa, se non lo si prova, se quel sentire non infiamma le guance e non fa sbrilluccicare gli occhi... si tende a minimizzare, c'è poco da fare.
E' cosi' che #elbafall2011 (l'ormai tradizionale saluto di chiusura che coinvolge un sempre più nutrito ed affiatato gruppo di "ospiti amici" o di "amici ospiti" che dir si voglia) ha rappresentato per tutti noi che del Cernia facciamo parte, una tre giorni intensa, ricca di stimoli, di momenti di condivisione sani, genuini, semplici (come piacciono a me insomma).
Abbiamo aperto la tre giorni venerdi 14 ottobre,  con una cena "affettuosa", che ha inteso raccogliere i sapori e le sensazioni di gusto che più ci hanno convinto, seguita da un meraviglioso concerto, (che è stato poi la prima data del primo tour di un quartetto straordinario sia per talento, che per umanità: il D Quartet. Più che di un concerto, si è trattata di una vera e propria esperienza che ha coinvolto tutti i sensi: si è giocato, ascoltato, interagito con i musicisti che si sono fusi e confusi con una platea attenta, coinvolta, divertita, ammaliata.
Il giorno dopo siamo andati tutti a far castagne e a godere della magia dei boschi secolari che incorniciano il nostro versante nord occidentale. E' stata l'occasione per conoscere da vicino un ambiente che chi ci viene a fare visita in estate difficilmente esplora e per regalarsi una meravigliosa grigliata al Santuario di San Cerbone. Cosa ricordo ancora adesso con grande affetto? il momento in cui ci siamo riuniti con i bambini e abbiamo giocato a "strega comanda color". Si, perché in quel momento è stato chiaro a tutti cosa stava accadendo. Non c'erano ruoli, colori distinzioni d'età che potessero creare barriere... c'erano persone, che in alcuni casi si erano appena conosciute, unite dalla voglia di stare, essere, correre, ridere... "tutto qui". In serata c'è stato ancora tempo da dedicarsi sia con la dispensa emotiva di Michele (che ha spiegato ai presenti il perché di una cucina così fortemente legata ai sapori del luogo e ai ricordi d'infanzia) che con la bossa nova di Stefano (ormai di casa qui da noi) e David. 
Domenica ho richiesto uno sforzo ai nostri eroi, convinta come sono che la grande potenzialità inespressa di quest'isola sia la sua incredibile varietà di panorami, suggestioni e habitat, li ho riuniti a raccolta per un'escursione nell'altro versante dell'Elba. Su richiesta di Claudio, che da tempo desiderava esplorare la Miniera del Ginevro, e con la collaborazione spontanea, entusiasta e genuina di Stefano Luzzetti, che ha messo a nostra disposizione le sue conoscenze e il suo tempo, ci siamo quindi avventurati nel versante orientale dell'isola, potendone così apprezzare il fascino minerario legato all'attività estrattiva che fino agli anni '80 ha sfamato numerose famiglie.

L'intensità e la varietà delle emozioni e delle esperienze condivise, vorrebbero che proseguissi il racconto ma di fatto io credo che le parole non servano e non bastino a "spiegare" l'inspiegabile, a esprimere il grumo di gratitudine e affetto che provo per le persone che lavorano con noi e che con gioiosa spontaneità hanno messo a disposizione tempo, mezzi, energie e competenze per far sì che la grigliata di San Cerbone riuscisse meravigliosamente bene. Non conosco nemmeno parole che possano renedere giustizia al mio sentire, all'emozione che provo ogni volta che tornano gli amici e alle lacrime che alluvionano i miei occhi quando ripartono. Io so che chi c'era sa di cosa sto scrivendo... lo so perché è un sentire condiviso che mi riempie di gioia, di buone speranze, di energia per continuare una via che non sempre è semplice e immediata come appare... A tutti gli altri vorrei dire che il Cernia è un "sentire", che può essere solo vissuto per essere compreso,  e che forse questa chiacchierata tra amici, appunto, che si è svolta sul finale di #elbafall2011 può aiutare a intuire..... 


giovedì 8 settembre 2011

Così non vale però!

Dico io, non c'è davvero pace. Qui da noi le emozioni si inseguono davvero a perdifiato ed è tutto così mescolato che a volte fatico seriamente e non capisco se sto lavorando o sto vivendo i mei giorni in una sorta di famiglia allargata. Si perché questo è ed hanno il sapore genuino e "soffice" delle cose fatte con piacere e gioia, i momenti di condivisione da noi.
Chi di voi mi "sleggiucchia" un pò assiduamente, saprà che qualche giorno fa abbiamo presentato al "dispensa emotiva" in occasione di un aperitivo condiviso. Di che si tratta? Del tentativo di racchiudere alcuni dei sapori (e con loro inevitabilmente le emozioni ad essi collegate) in un barattolo da portare via, da regalare alle persone care o semplicemente da guastare in tutta calma a casa... quasi a voler prolungare il piacere condiviso qua con noi.
Una tavola "affettuosa", imbandita del calore e delle attenzioni che amiamo rivolgervi quando siete nostri ospiti, è stata la naturale cornice di una situazione di assoluta convivialità durante la quale ricordi d'infanzia (generosamente raccontati da Anna,la mamma di Michele lo chef), ispirazioni legate al nostro territorio e la nostra filosofia di lavoro (che somiglia terribilmente a quella di vita in realtà) si sono mescolate insieme creando una atmosfera difficlmente descrivibile.
Al tempo delle letture dei testi che ispirano e riempiono di sguardi poetici la mia personale visione dell'universo "cucina", ha fatto seguito quello delle chiacchiere tra amici, tra un sorso di vino e il pane che veniva passato con genuina semplicità da un commensale all'altro.
Un piacere sincero, che travalica i ruoli e le situazioni, ha tenuto unite una quindicina di persone attrono a una tavola affettuosamente imbandita e ricca di sapori antichi (hanno spopolato i fichi all'aceto secondo la ricetta di mamma Anna, tanto per capirsi) convincendomi se possibile ancora una volta di più che è di questi contenuti e di queste storie che voglio "cantare" da grande....


 

venerdì 26 agosto 2011

Apre la dispensa emotiva all'Hotel Cernia




Manca poco: ci siamo quasi. Il 3 settembre, con un aperitivo con Michele,  il capo cuciniere, iniziamo ufficialmente una nuova avventura (si, perché quelle attualmente in corso, evidentemente, non ci bastavano....).
Vi ricordate la dispensa della nonna? quel mobile un pò rosicchiato dai tarli tutto trine e profumo di cera per mobili, che quando lo aprivi ti spalancava le porte del paradiso. Bastava il "tlac" della chiave che rumorosamente girava nella serratura ed eri nel mondo della cucinad'amore: melanzane sott'olio, conserve di pomodoro al profumo di basilico dell'orto, marmellata di fichi e pescetti in carpione.... mmmmm, solo  a pensarci arrossisco per la ghiottoneria che accende violente emozioni! 

Beh, è stato il ricordo (ancora vivo e ricco di acquolina) di quei giorni d'infanzia ad averci suggerito questa esperienza, unito al desiderio di regalarvi un'occasione per  prolungare il "sapore del Cernia" una volta tornati a casa. 
Ragù di polpo, "ortoliera" di verdure, palamita sott'olio al profumo d'erbe, marmellate piccanti da abbinare a formaggi o a bolliti di carne, fichi del nostro giardino alla maniera di Anna, sono solo alcune delle prelibatezze che vorremmo potervi offrire nella speranza vi aiutino  a portare a casa un pò della magia che qui si respira tutti insieme. 
Appuntamento il 3 settembre, quindi, nella piazzetta più emotiva che c'è (quella di casa nostra per intendersi) per gustare (e portare via) alcune delle nostre emozioni in barattolo!


 

giovedì 25 agosto 2011

Inizia sempre tutto per gioco




Fate mente locale per un attimo... pensate e ripensate a quei bivii e a quegli snodi. Fateci caso, mettete a fuoco... con calma, pian pianino. Lo trovate? Vi riaffiora tra i ricordi quel momento, piccolo piccolo, in cui qualcosa di grande, di vero, di potente, è nato per caso, quasi frutto di una distrazione di un attimo.
Sarà, ma io ho la mente affollata da queste situazioni: un giorotondo di episodi che mi ricordano quante siano le situazioni in cui dal fortuito e inatteso è nata una via nuova, che avrei seguito e che mi avrebbe cambiata. Anche con lei è andata così.


 Era un pomeriggio caldissimo e avevo la mente un pò appannata dopo una notte troppo avara di sonno. Quel giorno chiesi ai miei amici di scrivere sulla bacheca del mio profilo facebook, un motivo per cui essere felici. Il risultato? una interminabile, meravigliosa, commovente collana di pensieri luminosi. Belli... troppo belli per non celebrarli, per non desiderare di sentirseli sempre addosso, quasi fossero il mio privato talismano per la felictà.In un attimo mi balenò un pensiero: fare di quella lunga filastrocca di pensieri, una collana di parole da tenere sempre abbracciata al mio collo.
Complice la grande magia del web che tutti mette in rete, moltiplicando relazioni e scambi, nonché la mia da poco iniziata avventura tra le carabattole    sta di fatto che, grazie al passaparola,  ho incontrato il favoloso mondo di Oplà ed è stato subito amore puro, sincero, spontaneo che trabocca entusiasmo e moltiplica stimoli creativi.
L'incontro con Michela Deanesi (così si chiama la donna magica che in Via Sarpi a Milano crea sogni che abbracciano il collo o che scendono delicatamente dalle orecchie confondendosi tra i capelli) e il suo mondo fatato fatto di sonagli, piume e cristalli è stato per me una vera folgorazione, foriera di grandi entusiasmi e stimoli creativi per i giorni a venire.
Sono incontri fortuiti (ma non troppo, nel senso che io non credo nel "caso") a regalarmi sguardi nuovi e gioie insperate e a convincermi sempre più che... OPLA'... dal virtuale alla realtà: non è un gioco ma una grande verità :)

martedì 16 agosto 2011

La memorabile #grigliatadel15 all'Hotel Cernia

Incredibile... ho impiegato un giorno per "riprendermi"...
C'è voluto del "vuoto", dello "spazio", una interruzione nel flusso incessante e generoso di emozioni che in questo periodo imperversano nei miei giorni scompigliati.




Si, perché la #grigliadel15 (l'evento in giardino che celebra e festeggia il raggiungimento del "culmine" della stagione a casa nostra) quest'anno se possibile è stata ancora più emozionante e intensa.
A un aperitivo in piscina degno di nota per l'impegno profuso non solo per la qualità del cibo ma anche per una presentazione che non ha lasciato niente al caso tra generose fioriture di zucca e lunghe file di bocconcini avvolti tra le foglie o delicatamente sistemati in barattolini monoporzione, ha fatto seguito una romanticissima grigliata  in un giardino deliziosamente illuminato e disseminato di tavoli imbanditi a festa sotto a un tetto di stelle.




La selezione musicale, accuratamente studiata per accompagnare emozioni a perdifiato, ha poi scaldato gli animi dei molti ospiti che sono scesi a bordo piscina che si sono abbandonati a sfrenate e liberatorie danze mentre un gran finale in piscina (rigorosamente vestiti!!) che ha sapientemente mescolato i ragazzi dello staff agli invitati, ha se possibile ulteriormente  celebrato l'emozionante commistione di percorsi che fa del Cernia una "casa degli affetti".


Una serata che anche semplicemente  raccontata riaccende emozioni e accelera i battiti, non fa che coronare una stagione disseminata di eventi felicemente condivisi. Ripenso alla meravigliosa #springelba (la festa di apertura che ha chiamato a raccolta un nutrito gruppo di "amici del Cernia"), alle esperienze in cucina tra erbe spontanee ed escursioni in kajak, 


ai concerti jazz e blues, alle serate dedicate alla natura dell'isola con la collaborazione di Marlies Moeretter (esperta guida ambientale) o del diving center Il Careno e ancora all'arte in giardino che impreziosisce i nostri sentieri 
e a tutte gli appuntamenti che ancora ci aspettano. 
Penso insomma a una ricetta unica che mescola passione, amore per questi luoghi, desiderio di emozionare emozionandosi e che fa di questa casa una "piazzetta affettuosa" e non riesco a non menzionare loro... i sapienti esecutori di questo insieme bislacco ed eterogeneo di ingredienti: tutti i ragazzi che con fantasia e dedizione interpretano splendidamente il loro lavoro e senza la cui collaborazione non potrei fare dei miei giorni lo scapestrato mosaico di emozioni che voi ben conoscete e che emerge dai miei quotidiani e stropicciatissimi racconti.
Quindi tutto sommato... sapete che vi dico? Che li abbraccio tutti i miei "sconclusionati ragazzi" in questo lunghissimo post... in attesa di raccontarvi altri particolari delle nostre avventure. 
Il prossimo appuntamento?  Il 21 Agosto, con le magie di fuoco di Goldi!

giovedì 11 agosto 2011

Figli delle Stelle all'Hotel Cernia

"Come le stelle noi soli nella notte noi ci incontriamo
Come due stelle noi silenziosamente insieme ci sentiamo
Non c'e'il tempo di fermare questa corsa senza fine che ci sta' portando via e il vento spegnera' il fuoco che si accende
Quando sono in te quando tu sei in me
Noi siamo figli delle stelle figli della notte che ci gira intorno
Noi siamo figli delle stelle non ci fermeremo mai
per niente al mondo
Noi siamo figli delle stelle senza storia senza eta'
eroi di un sogno
Noi stanotte figli delle stelle ci incontriamo per poi perderci nel tempo
Come due stelle noi riflessi sulle onde scivoliamo
Come due stelle noi  avvolti dalle ombre noi ci amiamo
Io non cerco di cambiarti so che non potro' fermarti
tu per la tua strada vai addio ragazza ciao io non ti scordero'
dovunque tu sarai dovunque io saro'"

GRAZIE A TUTTI VOI CHE AVETE ILLUMINATO LA NOTTE DELLE STELLE AL FREAKFEST 2011

Che sapore ha un'emozione?


Che fosse in ballo un freakfest a casa nostra era ormai risaputo: post, link, canzoni condivise e quant'altro hanno fatto da sfondo alla predisposizione di questa esperienza che forse più delle altre, e comunque in modo del tutto singolare, mi ha colpita. Una partecipazione assolutamente inusuale e capillare ha alleggerito lo sforzo che inevitabilmente sottende all'organizzazione di simili iniziative. Di colpo tutti sono stati coinvolti e si sono sentiti partecipi di un modo di essere e di stare.... Si perché la festa freak vuole essere un pretesto per tornare a fare insieme, condividere tempo e spazio, tornare a sorridere e magari guardare con nostalgia a un tempo carico di ideali epassioni genuine.

Cosa mi ha coplito oltre la straordinaria partecipazione virtuale di chi non c'era ma su facebook non ci ha mai erso di vista?
La partecipazione dei nostri ragazzi, la loro genuina capacità di mettersi in gioco, di integrarsi alla vita (strampalata) di un albergo che somiglia sempre più a una casa nella quale arte, musica, poesia e buon cibo si mescolano in una ricetta assolutamente inconsueta.