Una notte insonne.
Mannaggia ma quante sono?
Sono sempre stata mattiniera ma il concetto di mattino si sta "rosicchiando" la notte ultimamente........
vabè, in fin dei conti la notte è rimasto l'unico momento in cui pensare più tranquillamente, complice il silenzio, tutto si dipana con maggiore chiarezza e serenità. Di notte non ci sono interruzioni, il telefono non squilla, Irene non saltella curiosa in cerca di assistenza e io mi concedo spazio.
La lettura è d'obbligo... dai romanzi alle note degli amici a qualche novità da spulciare nei feed.
A volte trovo che tutto questo moltiplicarsi di opportunità e occasioni di approfondimento, scambio e conoscenza, sia devastante. Ho la sensazione che il cervello non riesca mai a spegnersi completamente... viviamo in un perenne stato di standby a led affievolito: nè acceso nè spento.... pronto a riavviarsi a un nostro click.
Non è sano.
No, no... più ci penso e più mi turba.
Insomma. ci vuole anche il niente, il nulla, il vuoto..... che non è assenza... è spazio. Spazio per pensare, spazio per sentire, per condividere, per assaggiare, per "non morire" emotivamente, per sentirsi vivi.
Ho letto una nota sull'ultimo libro di Gianpaolo Fabris e l'ho trovata illuminante. Si parla di consumo etico, equo, verde, intelligente, sostenibile, consapevole..... e trovo il mio spazio. Finalmente ho trovato le mie "etichette"... si, si: mi sono "taggata" e lo trovo confortante, poiché il dare un nome alle cose le rendo meno inafferrabili e più controllabili.
Ecco cosa voglio fare da grande. Voglio contribuire a gettare i semi di una nuova consapevolezza, voglio indicare, percorrendola, una nuova via.
Possibile ci si debba rassegnare a tutto ciò? possibile non vi siano strade alternative a questo totale e devastante "intorpidimento delle coscienze" rivolte esclusivamente a un consumismo compulsivo ed edonistico?? No, non ci credo. La Natura insegna: può piovere anche per sei mesi consecutivi... ma poi torna a splendere il sole e lo fa più di prima.
Lo scrive lo stesso Fabris, nel dire che "nuovi valori di eticità si vanno, dopo una lunga latenza, diffondendo nel sociale….si fa strada un individuo nuovo che già esiste, sebbene minoritario, intorno a noi, che forse o almeno in parte è in nuce già all’interno di tutti noi".
Se ci penso lo sperimento ogni giorno, assaporo questo cambiamento in atto, incrocio persone "nuove", più coinvolte, più sensibili, maggiormente attente alla qualità della loro vita e dei loro scambi e lo faccio nella "piazzetta del Cernia"... ogni volta che bevo un caffè con gli ospiti, che condividiamo una lettura, un paesaggio, un ascolto musicale emozionante.
E' questo il senso del mio percorso, eureka.. l'ho trovato. Generare, a partire da me stessa, una nuova consapevolezza. Risvegliare, risvegliando in me, una nuova coscienza, nuovi valori, nuovi bisogni che, aggregandosi o meglio mettendosi in rete, possano promuovere lo sviluppo di un'intelligenza adattiva diffusa di cui parla Fabris, a partire dalla quale, personalizzare le conoscenze senza sacrificarne troppo la replicabilità: "far nascere così la produzione modulare in rete e le reti di consumatori".
Sono le sei e quaranta... è tempo che "svegli anche il mio corpo" e che vada ad aprirle l'albergo......
Felice giornata..... con consapevolezza però!
Lo scrive lo stesso Fabris, nel dire che "nuovi valori di eticità si vanno, dopo una lunga latenza, diffondendo nel sociale….si fa strada un individuo nuovo che già esiste, sebbene minoritario, intorno a noi, che forse o almeno in parte è in nuce già all’interno di tutti noi".
Se ci penso lo sperimento ogni giorno, assaporo questo cambiamento in atto, incrocio persone "nuove", più coinvolte, più sensibili, maggiormente attente alla qualità della loro vita e dei loro scambi e lo faccio nella "piazzetta del Cernia"... ogni volta che bevo un caffè con gli ospiti, che condividiamo una lettura, un paesaggio, un ascolto musicale emozionante.
E' questo il senso del mio percorso, eureka.. l'ho trovato. Generare, a partire da me stessa, una nuova consapevolezza. Risvegliare, risvegliando in me, una nuova coscienza, nuovi valori, nuovi bisogni che, aggregandosi o meglio mettendosi in rete, possano promuovere lo sviluppo di un'intelligenza adattiva diffusa di cui parla Fabris, a partire dalla quale, personalizzare le conoscenze senza sacrificarne troppo la replicabilità: "far nascere così la produzione modulare in rete e le reti di consumatori".
Sono le sei e quaranta... è tempo che "svegli anche il mio corpo" e che vada ad aprirle l'albergo......
Felice giornata..... con consapevolezza però!