venerdì 29 ottobre 2010

E' arrivato il "Custode delle Anime Verdi" all'Hotel Cernia

la finestra di casa mia, in una splendida mattina d'autunno
Adoro queste giornate d'autunno.
L'aria è fresca e profumata e il sole sbrilluccica su un mare quieto ed accogliente. Accipicchia, dovreste venirci adesso sull'isola!
Questa mattina, quando ho aperto gli occhi, ho visto una distesa di seta blu che rifletteva il sole in mille sfumature d'argento e di azzurro.... non avevo la benché minima voglia di andare in albergo ma un appuntamento davvero importante mi aspettava, del resto, trattandosi del giardino delle osmunde, non avevo alcuna voglia di mancare.
Mi sono fatta "forza", ho bevuto una bella tazza di tisana davanti al "mio mare" e sono scesa a Sant'Andrea. Lì ho trovato Cristiano ad aspettarmi che, con un pizzico di malcelata emozione, mi ha mostrato i lavori di Jeoffrey (un giardiniere australiano anch'esso vittima del fascino di quest'isola, che ha fatto dei lavori di pulizia in giardino in queste settimane e che lavorerà con noi il prossimo anno). Ci siamo insomma decisi a moltiplicare gli sforzi e a raccogliere le nostre energie per regalare a questo giardino tutte le cure e le attenzioni che merita.
radici...
Non è un mistero che io ami molto lo spazio verde che abbraccia e circonda il nostro albergo ma al tempo stesso non ho mai nascosto la mia difficoltà nel gestire e arricchire di senso uno spazio di per sé esteso e piuttosto impegnativo, frutto della grande paziente dedizione che la mamma di Cristiano ha profuso in oltre 30 anni di lavoro al Cernia.
Abbiamo ereditato questo bellissimo spazio insieme all'hotel e con esso l'idea si trattasse di un giardino botanico ma, come spesso accade con le idee che non sono figlie della nostra sensibilità e dei nostri ragionamenti, personalmente non ho mai fatto mio fino in fondo questo concetto perché l'ho sempre sentito lontano dall'anima "vera" di questo luogo traboccante magia. Si, insomma, più lo percorro e meno vedo un giardino botanico nell'accezione classica del termine.... non v'è traccia di percorsi didattici, i cartellini non sono stati messi scientificamente a tutte le piante e di certo mancano molte varietà che sarebbe importante ci fossero (ma, vi dirò.... personalmente lo adoro così com'è e questo suo fascino a volte un pò selvatico, mi piace da impazzire)
Aggirandomi per i sentieri a volte un pò selvaggi e solitari del parco, ho piuttosto la sensazione che qui, tra queste balze, scorra l'anima antica dell'isola. Tra i due ruscelli, i massi di granito e le maestose felci regali,  si nasconde secondo me l'Elba vera, quella che non è stata contaminata nè stravolta dai grandissimi mutamenti socioeconomici che negli ultimi 50 anni hanno rivoluzionato fortemente questo scoglio.
Arte in Giardino 2010: Tonino Negri espone al Cernia


A questo carattere di unicità e particolare suggestione, si sono sempre ispirati fino ad oggi gli artisti che dal 2004, espongono tra i sentieri del giardino arricchendo di significati e ispirazioni sempre nuovi uno spazio che non mi stanco di scoprire sotto nuovi punti di vista.
Sia Cristiano che io, siamo però concordi nel ritenere che l'esperienza dell'arte in giardino non basti di per sè a valorizzare il carattere di unicità di questo luogo. Da anni siamo alla ricerca di  una persona che ci sappia consigliare e ci aiuti a curare questo spazio "vivente" come merita.
Così, per un caso che probabilmente caso non è, abbiamo conosciuto Gianluca, agronomo fiorentino animato da un grandissimo amore per il "pianeta verde", nonché grande estimatore di quest'isola. Tra una chiacchiera ed un caffè abbiamo iniziato a ragionare del giardino e delle cure che potrebbero aiutarlo a continuare a crescere moltiplicando emozioni e suggestioni mai uguali all'alternarsi delle stagioni e ci siamo dati appuntamento per un sopralluogo questa mattina.
Cristiano e Jeff in giardino


Non so come spiegarvi, eppure oggi, mentre passeggiavamo con Gianluca e Jeoffrey  era come se le piante ci sorridessero.
Gianluca soccorre l'Eleagnus delle Fippine

 Ad ogni "stazione" (beh, non vorrei a questo punto che associaste la nostra piacevole giratina nel verde ad una via crucis) Gianluca si fermava ad accarezzare una pianta, potandola un pò, sparpagliando consigli e buone pratiche a profusione e dentro di me cresceva la sensazione che finalmente avessimo trovato il "Custode delle Anime Verdi del Cernia".
Si moltiplicano i buoni propositi: il Giardino ha bisogno di cure!!

Adesso non resta che rimboccarsi le maniche, pulire, potare e sistemare il giardino: a primavera vi aspetto per una verifica (è proprio il caso di dirlo) sul campo.





martedì 19 ottobre 2010

Lascio socchiuse le persiane del mio cuore

Sono seduta sulle scale della terrazza.
Il fosso ha ripreso a trotterellare allegramente tra i sassi del suo letto in giardino, complici le abbondanti piogge degli ultimi giorni. Oggi invece c'è il sole. Un sole di quelli belli, autunnali, che ti scaldano il cuore prima ancora della pelle e che avvolgono tutto il panorama intorno a me di una luce calda e "affettuosa".
Mi sono "rintanata" sulla terrazza mentre fervono i lavori di chiusura (chi smonta, chi sposta, chi lava).
Io però non ci riesco.
No, non mi sento di partecipare a questo fermento.... ho troppe emozioni che mi  frullano nella pancia e che mi fanno percepire un irrefrenabile desiderio di scrittura.
Il Saluto d'Autunno, al quale hanno partecipato molti amici (vecchi e nuovi) e alcuni degli artisti che si sono esibiti a casa nostra quest'estate, ha rappresentato per me un momento di grande ispirazione, permettendomi di condividere emozioni e sensazioni intense.
Ma andiamo con ordine... e ripensiamo un pò il tutto.
L'idea bislacca è nata in una sera di nostalgico scrivere.
Dopo un agosto particolarmente "emotivo" trascorso a condividere (oltre che la bellezza di quest'isola) aperitivi e dopo cena nella "piazzetta" del Cernia, complice una comune e attiva presenza su facebook, ho scambiato con alcune amiche-ospiti i dee e riflessioni sull'intensità del nostro stare insieme. Ne è nata, in modo spontaneo, l'idea di creare una occasione per un nuovo incontro, un pretesto per continuare a sperimentare i benefici naturalmente profusi dal nostro "stare insieme", collezionando esperienze condivise.
Se mi state leggendo, care Mariagrazia e Gloria, capirete benissimo che parlo di voi e che colgo questa occasione per continuare a parlare anche a voi.
Dicevo insomma che in una delle mie proverbiali lunghe notti passate a leggiucchiare, condividere pezzetti di percorso, commentare un post e scambiare riflessioni di vario genere, mi venne in mente di stravolgere una abitudine consolidata ma in realtà "ereditata" dalla gestione precedente. Mi balenò con un guizzo improvviso e intensamente luminoso, l'idea che si potesse chiudere l'albergo in modo gioioso, evitando ai nostri ospiti ma anche a tutti "noi del Cernia" di farlo con stanchezza e poco entusiasmo. In un attimo ho ripensato alle (purtroppo tante) occasioni in cui avevo "aspettato a gloria" quel fatidico giorno che mi avrebbe aperto i cancelli della "libertà", finendo inevitabilmente con il trasferire nell'ospite una mistura "esplosiva" di stanchezza, scarsa attenzione verso gli "ultimi malcapitati" e poca disposizione allo scambio. Ma come potevo rovesciare una simile abitudine consolidata negli anni? Ad aggravare il tutto c'era anche un meteo ballerino che, a dispetto di altre stagioni, non ci ha permesso di godere della magia del "Mare d'Autunno".
Semplice: occorreva una FESTA... di quelle belle, che profumano di gesti fatti con amore e di lunghissime tavolate imbandite, con tanto di bambini che corrono da una parte all'altra tra una chiacchiera e una marachella.

Ho pensato a una convivialità genuina perché spontanea, dove persino il cibo profumi di schiettezza. E' cosi
che Cristiano, Irene ed io siamo andati in cucina ad aiutare Michele a fare gli gnocchi, per esempio: volevo che nel cibo che avremmo condiviso, ci fossero tracce di un nostro personalissimo gesto di gioioso Amore.

Ho socchiuso gli occhi e per un attimo  ho immaginato la nostra FESTA e un sorriso, di quelli larghi, ha illuminato il mio viso.
Il resto è venuto spontaneamente.... l'invito ad alcuni degli artisti che hanno arricchito di emozioni e contenuti la nostra casa (hanno aderito immediatamente tutti e in maniera entusiastica e non posso esimermi in questa sede da rivolgere un pensiero di affettuosa gratitudine a Stefano Raddi e al 3io Jazz di Richard, Matteo e Manuel) così come il "contagio" di alcuni blogger che hanno seguito la nostra festa, documentandola attraverso i colori delle emozioni che andavano condividendo con noi.
E' probabile che continui a raccontarvi di questa festa, delle emozioni condivise, degli incontri sorprendenti che mi ha permesso di fare e della sensazione di calore che mi ha regalato....
Per oggi però mi fermo qui. I lavori di pulizia e smontaggio proseguono attorno a me ma mi sento altrove, quasi distante, perché per la prima volta non ho la sensazione di chiudere l'albergo ma semplicemente di lasciare socchiuse le persiane del mio cuore...

domenica 10 ottobre 2010

domenica 3 ottobre 2010

I miei ricordi in Festa (dell'uva)

Benedette tradizioni!
Si, si... viva le feste, quelle di paese, quelle in cui ci si incontra in piazza, la domenica, e tutto ha il sapore della genuina convivialità.
A Capoliveri, ogni anno in questa stagione, ha luogo la tradizionale Festa dell'uva. Un' occasione per scoprire i 4 rioni del paese che si confrontano attraverso una ricostruzione storica (ognuno sceglie, documentandosi, di far rivivere la comunità in una particolare epoca, con tanto di costumi e scenografie).
L'emozione che si vive attraversando i pittoreschi vicoli del borgo è inenarrabile perché inscindibilmente legata agli odori (i carboni accesi, la frutta matura, la zuppa che bolle nel paiolo) così come alla capacità e ricchezza espressiva di un piccolo ma vivace gruppo di "gapoliveresi doc" (gli autoctoni veraci, per intendersi).

Amo partecipare a questa festa perché trovo commovente l'impegno e la dedizione che tutti (giovani e anziani) dedicano  al fine di realizzare un piccolo capolavoro di memoria e tradizione popolare.
In queste occasioni (sempre più rare per la verità) si entra in contatto con il cuore pulsante di una comunità, attraverso i racconti (spesso cantati) che narrano storie semplici e fresche, come i panni che sventolano beati alle finestre.
Quest'anno ha vinto il Baluardo (il mio rione del cuore) ma come sempre, direi, hanno vinto la voglia di stare insieme e di condividere amore e gioiosi ricordi per quest'isola... quest'isola bella.