domenica 31 luglio 2011

Per me la cucina deve raccontare un'emozione



Sono passate troppe settimane dall'ultima volta che siete entrati in cucina... l'esperienza s'ha da ripetere assolutamente! 
Mi diverto a girellare tra i fornelli con voi, a mostrarvi il nostro "lato B"... il dietro le quinte, la fucina delle emozioni che andiamo condividendo nel piatto.
Del resto, non si assapora pienamente il gusto della cioccolata se non si è affondato almeno una volta il dito nel pentolino dal quale la abbiamo versata...
La cucina per me va vissuta, raccontata, annusata, assaporata con tutti i sensi... ecco perché appena possiamo organizziamo questi inviti al "fare insieme"... 
Se aprile e maggio sono da noi i mesi vocati alla cucina delle erbe, in questo periodo possiamo rispolverare i "racconti in cucina", fatti da tutte quelle preparazioni che parlano di noi, rievocano il sapore dei gesti semplici compiuti dalle mamme e dalle nonne, ci trasportano per un attimo in un altrove che è parte del nostro vissuto.



Con questa intenzione, mi sono messa a lavoro con Michele, il cuoco, per studiare un'esperienza da fare in cucina con tutti voi e che cucia insieme tutti i pezzetti di vita e di storie che fanno da corollario ad un piatto preparato con amore. Penso al profumo del sugo di carne, ad esempio, o a quello delle polpette appena fritte o ancora al pane caldo sul quale nonna metteva generose fette di pomodoro condito con olio sale origano e tutto il suo affetto... penso a un corso di cucina poco tecnico e molto emotivo... che lasci spazio ai racconti, ai vissuti, ai ricordi di ciascuno di noi e che, nel farlo, parli della cucina come di un linguaggio universale, capace di parlare al cuore di tutti.
Vi aspetto in cucina i primi di agosto, vi va?

domenica 24 luglio 2011

Nella testa ho un campanello...

"Forse sono i bambini a sostenere il mondo e gli animali, forse sono i cuccioli d'ogni specie.


C'è tanta gioia dentro quei corpi piccoli, tanta di quella preghiera, forse sono i bambini, i fiori, l'acqua, le cose fatte da due mani, la quiete di una casa, roba da niente"  Mariangela Gualtieri












sabato 23 luglio 2011

Sono figlia del Vento


"Io guardo spesso il cielo.
Lo guardo al mattino nelle ore di luce
e tutti il cielo si attacca agli occhi
e viene a bere, e io a lui mi attacco
come una pianta che si mangia la luce"

Mariangela Gualtieri








Il vento mi spazza via i pensieri: li sfila uno ad uno dalla mia testa,  mi corre lungo la schiena, mi sussurra parole, mi scapiglia la mente che si fa leggera, liquida, eterea. Il vento  mi sveglia, mi sviva, mi sbatte.


  
Nei giorni di vento, non riesco a "stare" nel REALE... volo, mi perdo, mi trovo, mi cerco, mi nascondo... raccolgo pezzetti di me che si sparpagliano lungo la via e giorotondano con le foglie, si accavallonano nel mare, spumano in bianco, si arrotolano nel salmastro, si stortano nella vita. Nel vento, sono un granello di TUTTO.


Volo e cado, cado e torno, apro e chiudo, guardo dentro di me e scappo fuori, mi inseguo ma non mi acchiappo... intravedo, intuisco e appena mi avvicino... sfumo, evaporo, divento sottile, mi aggancio a una folata di vento e volo via. Sono figlia dell'aria, della terra, dell'acqua e del fuoco ma è con il vento che mi accendo, è nel vento che mi rifugio... è da lui che torno quando tutto brucia, è con lui che parlo quando sono muta...  tra le sue braccia torno a  fiorire e si fa primavera.

venerdì 22 luglio 2011

Caffettiere, libellule, tazze e magia


Mi accorgo dai vostri commenti, dalle domande più o meno precise che mi fate e dalla crescente curiosità che si avverte nelle vostre parole, che il concetto "carabattola" non è del tutto chiaro (del resto, se non lo è per me come fa a esserlo per voi). Beh, mi correggo: non è che per me non sia chiaro cosa intendo... è però un concetto in continua evoluzione, in divenire.... in trasformazione.


Vi capita mai di fuggire dalla realtà? Di avere cioè forme più o meno blande di evasione dal contingente.... non so, attraverso un libro, una sigaretta fumata in silenzio guardando il cielo, un disco che amate molto ascoltato a tutto volume, una passeggiata con il vostro cane... per me è il vento.

Quando arriva il vento "non ci capisco più niente": i pensieri si fanno leggeri, sottili e volano via. 
 E' stata una giornata di vento intenso quella che mi ha fatto maturare l'idea delle carabattole, che al momento sono per lo più orecchini, bracciali, oggetti d'uso "comune" che nel nostro quotidiano  sono stati svuotati della loro valenza evocativa e magica e che per me, così,  riconquistano il loro valore trasformandosi in bollitori brontoloni, annaffiatoi chiacchierini, forbici da pota extralarge che sbucano inpertinenti tra la mia folta chioma scrutano il mondo da "quassù"...
... ma anche tazze e caffettiere... a ricordarmi i momenti felici condivisi con le amiche, le chiacchiere rubate tra un impegno di lavoro e la bambina da prendere a scuola: tutti quei "morsi di felicità" minuscoli, apparentemente insignificanti, che per me sono sostanza d'amore. 
MA non finisce qui.. le carabattole viaggiano (come me) ed esplorano nuovi mondi... pescano tra i ricordi dell'infanzia

 e si infilano tra i ritagli di stoffa di nonna, affondano le mani nella scatola dei bottoni colorati di mamma
 e si fanno "pupi" da indossare, collane di stoffa che stanno abbracciate al collo, che mi girotondano intorno, filastroccando pensieri di affetto (quelli che mi scrivete sulla bacheca di facebook o nei messaggi che ci scambiamo, per intenderci). 
La Carabattola è il mio modo di sentire, di vedere e spesso di sognare il mondo... il mio bagaglio a mano, l'indispensabile mescolato al fantastico, che si "appende" a me... quasi fosse lo strascico di un'infanzia mai risolta e sopita che torna a bussare prepotentemente attraverso le mie bislacche fantasie, i miei scapestrati e funanbolici voli pindarici, il mio vivere sempre un pò scalza e raminga. La Carabattola sono io, che mi mescolo nel mondo e ne esco sempre trasformata: ma con tutti i pezzetti del mio passato ad arricchire il caleidoscopio delle mie esperienze.

martedì 12 luglio 2011

Le Carabattole di Francesca

Mi accorgo ora di essere reduce da un lungo silenzio in realtà carico di situazioni, emozioni, propositi, eventi condivisi.
La stagione qui da noi sta scivolando via e scorrendo a ritmi vorticosi, al punto che fatico io stessa a "starmi dietro", a trovare un momento di ascolto in mezzo al mio cielo in continuo movimento.


La festa di primavera #springelba2010,  il kajak  d'amare, i numerosi concerti (soul blues e jazz), le serate a tema con il centro ricerca cetacei  e la naturalista Marlies Moeretter, così come i numerosi  corsi di cucina emotiva e la  frizzantissima grigliata d'inizio estate, hanno scandito il ritmo serrato e coinvolgente dei nostri giorni.
A volte mi sorprendo io stessa della capacità che gli ospiti di casa nostra hanno nel lasciarsi coinvolgere in avventure  della cui buona riuscita non sono mai certa a priori perché a essere determinanti in questi percorsi, sono la predisposizione al contagio e la "fame di poesia" che ognuno di noi sceglie di mettere in campo.
Eppure finisce sempre con un gran bel sentire, con un interminabile, lungo momento di scambio che passa attraverso storie e linguaggi sempre diversi ma accomunati dal desiderio di condivisione che qui si respira con voi.
Forte di questa sensazione che mi viene a più riprese confermata, ho scelto di iniziare una nuova avventura... quella delle "cose che mi metto" e che esprimono il mio mondo immaginario, le fantasie che percorrono la mia mente ballerina e che raccontano storie, sogni, desideri, mondi fantastici in cui spesso mi rifugio un pò, giusto per prendere un pò di fiato. Di che si tratta? Di "carabattole", oggetti d'uso comune (che notoriamente hanno in sé un potenziale magico che finiamo con il non vedere più, presi come siamo dal nostro vivere quotidiano) che diventano per me monili nei quali esprimo la mia giocosità e la mia mai sopita meraviglia per il mondo. Così capita che un piccolo annaffiatoio di alluminio penda da un mio orecchio o che una libellula si fermi attorno al mio braccio, attorcigliandosi un pò attorno al mio polso mentre un'altra  finisca sulla treccina che mi scende dai capelli.... Capita quindi che un gruppo di giovani "artigiane della fantasia" (così amano chiamarsi) si siano avvicinate, incuriosite, al mio mondo fantastico e abbiano deciso di assecondare il mio desiderio di poesia, creando in esclusiva per me le  "Carabattole di Francesca e che entro il fine settimana saranno disponibili a casa nostra.