lunedì 1 agosto 2011

Raccolgo il perduto che ancora vive dentro ai disillusi.

Quattro note storte,
l'aria profuma di zucchero cotto e trascina la mia bambina paurosa... è grigio e pastoso il cielo e oggi non mi va.
Esco da me... qualcosa troverò. Si inciampa sempre in qualcosa d'altro, magari di imprevisto: a volte l'insperato accende i miei giorni.
Si srotola il mio mondo di trapeziste scalze, improbabili funanboli, zingare senza denti con i solchi della vita sul viso, persone ai margini di una società che non mi trova mai adatta, mai simile a qualcosa, mai allineata alla colonna dei "più"... 
Cammino, inciampando nei forse e sono sempre "un pò più in là", quattro passi a sinistra, un filo dietro... due respiri più su.
Mi centro... ci provo ma manco sempre il tiro. Arrivo un attimo dopo... a volte troppo presto: fuori tempo, fuori posto, spesso stordita, confusa, incapace di trovare lo spazio "mio", la dimensione che  appartiene a ME.
Raccolgo pezzetti, avanzi, carabattole perdute, scordate, sogni che sembravano dimenticati infondo al mare, lasciati in uno spazio "altro", lontano dagli occhi del mondo... sto lì, vivo di ritagli, cucendomi il vestito dei miei giorni con ciò che "resta", che altri non colgono, che non è mai veramente "per me", è sempre qualcosa di fuoriuscito da un esubero di esistenze che non si esprimono mai "tutte", condannate a loro volta a sopravvivere (non più a VIVERE) tra inciampi e sogni abbandonati molti guai fa, che esondando sbattono in me... per caso...



Raccolgo il perduto, lo infilo tra le pagine delle  disillusioni, mi faccio rifugio di sogni abbandonati nelle cantine buie del crescere e cammino zoppa nei miei giorni scomposti.
Ma non passa di qua il mio mondo randagio.

Nessun commento:

Posta un commento